Trattamento disortografia: mai gettare la spugna!

Trattamento disortografia: mai gettare la spugna!

Il trattamento della Disortografia o disturbo della compitazione deve includere un piano personalizzato costruito su misura del ragazzo, che tenga conto delle peculiarità che lo rendono unico. Di fatto, ogni trattamento di potenziamento cognitivo per Dsa dovrebbe andare oltre l’etichetta dei semplici Disturbi Specifici dell’Apprendimento e modellarsi flessibilmente sulle esigenze della persona, che tengono conto non solo delle sue caratteristiche ma anche dell’età, della disponibilità e la motivazione del giovane e delle richieste scolastiche (non tutti gli istituti funzionano allo stesso modo!).

Il trattamento della disortografia: un disturbo da conoscere

La Disortografia evolutiva è caratterizzata dalla marcata e persistente tendenza a commettere errori nell’ambito ortografico della scrittura. Nei compiti svolti da un bambino disgrafico possono emergere errori di varia tipologia, con qualità e prestazioni diverse in funzione dell’attività svolta. La natura degli errori così come l’intensità con la quale il disturbo si manifesta possono essere in parte compensati attraverso una diagnosi di Dsa o uno screening precoce che permette di evidenziare i casi di sospetto Dsa e intervenire tempestivamente per contenerne gli effetti.

Ad esempio quest’ultimo può commettere molti errori nella parte finale del compito, a causa della stanchezza e dell’iperinvestimento di energie che è costretto a impiegare per svolgere l’attività, a discapito della prima parte, che invece può risultare perfetta. Lo stesso discorso vale per testi che non richiedono l’utilizzo di parole ortograficamente complesse, il cui numero di errori sale assieme alla maggiore difficoltà nella scrittura di termini più lunghi o diversificati. L’insegnante, il tutor Dsa e lo psicologo che si occupa di potenziamento della Disortografia e degli altri Disturbi Specifici dell’Apprendimento dovrebbe sempre tener conto di queste ed altre variabili che possono influenzare fortemente lo svolgimento dei compiti.

Il trattamento della disortografia: due metodi opposti (e scorretti)

Purtroppo non sempre insegnanti e tutor o, in loro assenza, coloro che aiutano i bambini a svolgere i compiti scolastici sono in grado di comprendere e intervenire efficacemente. Anzi, spesso si assiste a modalità opposte ma in entrambi i casi errate.

Da un lato accade di parlare con insegnanti e genitori convinti dello scarso impegno del bambino. In questi casi i primi adottano nei suoi confronti un atteggiamento punitivo, basato sulla falsa credenza della pigrizia.

Questa erronea rappresentazione del bambino come quella di uno studente che non si impegna è alimentata dai bassi voti ottenuti in diverse materie scolastiche e parte dal presupposto che, se il problema fosse solo la Disortografia, le scarse prestazioni si rifletterebbero solo in alcune materie circoscritte e non sulle prestazioni scolastiche generali.

Tuttavia in realtà la scrittura rappresenta uno strumento impiegato per diverse materie, per cui non di rado il bambino può prendere bassi voti in materie che in realtà ha studiato per via delle verifiche scritte o dell’impossibilità di utilizzare risorse per alcuni indispensabili alla memorizzazione che gli consentono di mettere per iscritto quanto appreso, rinforzandone il ricordo.

Un secondo approccio al trattamento della disortografia in ambito didattico riguarda l’utilizzo di strumenti dispensativi. In realtà però la dispensa da ogni tipo di scrittura, così come il tralasciare gli errori ortografici commessi, non aiuta davvero il ragazzo ma comporta un effetto disfunzionale al pari dell’atteggiamento punitivo accennato in precedenza.

La giusta via di mezzo nel trattamento della disortografia

Come è facile intuire, il giusto è nel mezzo. Ciò significa che se da un lato è indubbiamente controproducente ignorare le difficoltà che un bambino disortografico incontra nello svolgimento dei compiti, additandolo semplicemente come pigrizia, allo stesso modo ha poco senso dispensarlo da ogni genere di attività scritta.

Il trattamento della Disortografia dovrebbe implicare un intervento neuropsicologico di potenziamento che va ad estendersi all’intervento didattico. Entrambi dovrebbero essere basati sul presupposto che la soluzione non è ignorare l’errore ma partire dal presupposto che le abilità possono essere migliorate e in questo può tornare utile segnalare l’errore allo studente chiedendogli di correggerlo.

Non solo questo approccio può aiutarlo a incrementare significativamente le proprie competenze ortografiche ma può favorire lo scopo ultimo di ogni trattamento per Dsa, ovvero quello di arginare eventuali effetti secondari che possono trasformarsi in un’ulteriore fonte di disagio per il bambino.

Ad esempio, un intervento mirato di trattamento della Disortografia può aiutare il bambino a dissuadersi dall’idea di disinvestire il proprio impegno sulla scrittura a causa della diagnosi e a motivarlo lavorando sulle proprie competenze ed eventualmente su strumenti alternativi di tipo compensativo come la tastiera del pc. Questo, infatti, lo porterebbe a evitare di scrivere e a ridurre le proprie abilità più di quanto non farebbe se continuasse ad esercitarsi, con il rischio di commettere errori legati alla grafia non direttamente riconducibili al disturbo disortografico.

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