Disturbi d’Ansia Dsm 5: sintomi ed emozioni correlate

Disturbi d’Ansia Dsm 5: sintomi ed emozioni correlate

I Disturbi d’Ansia inclusi nel Dsm 5 comprendono una serie di sintomatologie legate a emozioni come la paura e a comportamenti correlati attuati allo scopo di ridurre l’ansia. Per comprenderli al meglio, iniziamo a fare chiarezza sul significato della paura e dell’ansia.

Disturbi d’Ansia Dsm 5: il ruolo funzionale delle emozioni

La paura è un’emozione primaria, un elemento di base per la nostra sopravvivenza che ha lo scopo di preservare la sopravvivenza individuale. Si attiva di fronte alla percezione di un pericolo immediato e scatena un’elevata attivazione necessaria ad attuare comportamenti di attacco e fuga.

L’ansia, invece, è l’anticipazione di una minaccia futura, quindi di qualcosa che la persona non percepisce come immediato. A livello fisiologico è correlata a uno stato di attivazione fisiologica che interessa soprattutto la tensione muscolare e uno stato di elevata vigilanza che aiuta l’individuo a prepararsi al pericolo futuro. Proprio perché proiettata nel futuro, l’ansia spinge la persona ad attuare condotte preventive che le permettono di affrontare il pericolo senza rimanere indenni.

Un esempio sono comportamenti prudenti o di evitamento, che nel caso di disturbi più conclamati non si limitano a ambiti specifici ma diventano reazioni pervasive che invalidano fortemente l’autonomia del soggetto.

È proprio questo particolare a trasformare una risorsa fondamentale per l’esistenza di ognuno di noi, ovvero la percezione di emozioni come messaggi che il corpo ci invia per auto proteggerci, in qualcosa di disfunzionale che sfocia in veri e propri Disturbi d’Ansia. Tali disturbi presentano una componente ereditaria, per cui può capitare di incontrare bambini che presentano gli stessi sintomi ansiosi dei genitori.

Disturbi d’Ansia Dsm 5: sintomi e principali caratteristiche

I Disturbi d’Ansia nel Dsm 5 sono categorizzati secondo alcuni elementi in comune che consentono di individuare precise categorie diagnostiche, di seguito riportate.

Il Disturbo di Panico è caratterizzato da frequenti attacchi di panico che, come un fulmine a ciel sereno, spesso irrompono nella vita quotidiana in modo del tutto inaspettato. La persona è costantemente preoccupata e teme che si ripresenti un nuovo attacco anche in situazioni apparentemente tranquille. Spesso modifica la propria condotta attuando comportamenti di evitamento legati alle situazioni specifiche in cui si è presentato il primo attacco di panico, ad esempio se è successo in auto, evitando o limitando di guidare in determinate strade o quando non è in compagnia.

I sintomi degli attacchi di panico includono una percezione improvvisa di paura e disagio correlata a pensieri negativi, spesso catastrofici (ad esempio “sto per morire”) che raggiungono il picco in pochi minuti, nonostante la successiva paura possa protrarsi nel tempo. Gli attacchi di panico fungono come indicatori clinici e fattori prognostici per una serie di diagnosi, fornendo allo psicologo importanti informazioni relative alla prognosi, al decorso e all’eventuale comorbilità, ovvero la compresenza di altri disturbi mentali.

Il Disturbo d’Ansia Sociale, anche detto Fobia sociale, è caratterizzato da una smisurata focalizzazione sul giudizio altrui che porta la persona a evitare le interazioni sociali e le situazioni che implicano il confronto con gli altri. A livello cognitivo la fobia sociale è caratterizzata dalla paura di essere giudicato negativamente dall’altro, di esserne rifiutato o umiliato in pubblico, come avviene nel caso dei ragazzi Hikikomori. Spesso è correlato a una bassa autostima e a un’immagine negativa di sé, oltre a un decentramento individuale che porta la persona a percepire il proprio valore quasi esclusivamente sulla base dei feedback forniti dall’ambiente esterno. Può emergere anche a seguito di atti di Bullismo o Cyberbullismo.

L’Agoragobia è un Disturbo d’Ansia riportato nel Dsm 5 caratterizzato dalla paura e dal conseguente evitamento di situazioni che mettono a repentaglio la propria esistenza e da cui sarebbe difficile allontanarsi o contare sull’aiuto delle persone presenti. Questi pensieri disfunzionali sono collegati a comportamenti di elevata attivazione o evitamento delle situazioni temute, che spesso implicano la frequentazione di luoghi affollati come piazze e concerti, ma possono comprendere anche il semplice uscire da soli per fare la spesa o svolgere semplici attività in assenza di figure significative.

Il Dsm 5 tratta il Disturbo d’Ansia Generalizzata riferendosi invece a una preoccupazione persistente e intensa che non si limita a un solo ambito ma tende a pervadere il funzionamento della persona sotto vari profili, come quello lavorativo e scolastico. Tra i sintomi fisici di questi disturbi d’ansia rientrano agitazione, sensazione di irrequietezza, irritabilità, disturbi del sonno e problematiche che intaccano i processi cognitivi come le difficoltà di concentrazione e i vuoti di memoria.

A differenza del DAG (Disturbo d’Ansia Generalizzata), la Fobia Specifica è caratterizzata da sintomi tipici che si attivano esclusivamente in presenza dello stimolo temuto. Può essere rivolta a stimoli di varia natura e non è direttamente collegata a ideazioni cognitive specifiche come invece accade negli altri disturbi d’ansia del Dsm 5.

La caratteristica principale del Mutismo Selettivo riguarda la costante incapacità a parlare in situazioni sociali che richiedono l’interazione con gli altri, nonostante la persona non abbia particolari difficoltà comunicative in altri contesti. Il mutismo selettivo è un disturbo d’ansia frequente nell’età evolutiva, che spesso trova espressione nell’ambiente scolastico nonostante il bambino parli normalmente a casa o in altre circostanze.

Un altro disturbo d’ansia tipico dell’età evolutiva è il Disturbo d’Ansia da Separazione. Solitamente i sintomi si sviluppano durante l’infanzia ma possono permanere o trovare piena espressione in età adulta. I sintomi del disturbo d’ansia da separazione comprendono un’ansia persistente legata all’allontanamento delle figure significative e agli eventi che possono portare alla perdita delle figure di attaccamento, spesso accompagnata dalla resistenza ad allontanarsene, a incubi e sintomi psicosomatici.

Il Disturbo d’Ansia indotto da sostanze o farmaci si riferisce infine a stati di ansia causati dall’intossicazione o astinenza da sostanze e comprende gli effetti legate a trattamenti farmacologici.

Disturbi d’Ansia Dsm 5: cura e trattamento

I disturbi d’ansia possono essere curati con l’aiuto di uno psicoterapeuta, valutando insieme la necessità di integrare altre figure professionali e altre tipologie di intervento che possono includere il trattamento farmacologico.

La terapia farmacologica in alcuni casi può tornare utile per abbassare il livello di attivazione fisiologica dell’individuo e favorire una migliore aderenza alla psicoterapia. In altri casi è sufficiente quest’ultima, che consente alla persona di acquisire degli strumenti per comprendere le dinamiche alla base del disturbo.

Con l’aiuto di uno psicoterapeuta è possibile intraprendere un percorso psicologico per il trattamento dei disturbi d’ansia, allo scopo di imparare a gestire gli stati d’ansia, i pensieri e le emozioni correlate con terapie di durata variabile e su misura del paziente.

In questo modo la persona impara a riacquisire un maggior controllo sulle proprie azioni e a sostituire i comportamenti di evitamento con condotte più funzionali, ad esempio tornando a lavorare, a confrontarsi con gli altri e a mantenere relazioni sociali o di coppia più gratificanti.

 

Bibliografia:

American Psychiatric Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing, 2013. Edizione italiana: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina, 2014

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *