DSA: Disturbi Specifici dell’Apprendimento e criteri diagnostici

DSA: Disturbi Specifici dell’Apprendimento e criteri diagnostici

Spesso in Asl vedo arrivare genitori pieni di dubbi che talvolta faticano anche a pormi chiaramente la loro richiesta. La confusione è più che lecita, soprattutto considerata la moltitudine di sigle che siamo abituati a incontrare nei vari ambiti, primo tra tutto quello scolastico. Proviamo quindi a dare una definizione chiara e semplice di DSA.

Cosa sono i D.S.A.? Una definizione

La sigla DSA sta per Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Rientrano in questa categoria la Dislessia, la Disgrafia, la Disortografia e la Discalculia.

Criteri diagnostici dei DSA

La diagnosi di DSA si effettua attraverso manuali riconosciuti a livello internazionale come il DSM V.

Per comprendere se un bambino possa avere un dsa non basta notare difficoltà legate alla sfera scolastica in quanto spesso nella vita dei più piccoli possono esserci sporadici cali nella prestazione legati a fattori esterni.

Uno dei primi criteri per elaborare una diagnosi di DSA, pertanto, riguarda la persistenza dei sintomi che deve protrarsi per almeno sei mesi, nonostante siano state messe in atto – sia dalla scuola, sia dai genitori e/o da un eventuale tutor scolastico che lo accompagna nel fare i compiti – degli interventi ad hoc. Più precisamente, il DSM V elenca cinque sintomi correlati ai disturbi specifici dell’apprendimento:

  1. Una lettura lenta, imprecisa o faticosa
  2. Difficoltà nel comprendere quanto appena letto
  3. Difficoltà nel fare lo spelling delle parole
  4. Difficoltà con l’espressione scritta
  5. Difficoltà nel padroneggiare il concetto di numero, i dati numerici o nello svolgere i calcoli
  6. O, ancora, Difficoltà nel ragionamento matematico

Siamo tutti dislessici?

Alzi la mano chi non ha incontrato difficoltà negli anni di studio! Certamente non è sufficiente incontrare ostacoli durante le attività scolastiche o i compiti a casa per ipotizzare una diagnosi di DSA.

Può sembrare un’osservazione scontata, eppure spesso i genitori trasmettono sin dalla prima visita una certezza quasi assoluta della presenza del disturbo. Tuttavia, in diversi casi, tale visione viene screditata dopo un’attenta analisi del bambino e del suo modello di funzionamento.

Per apporre una diagnosi di DSA è fondamentale pianificare un’accurata valutazione delle modalità di apprendimento del bambino e/o del ragazzo.

In pratica per parlare di disturbo specifico dell’apprendimento il bambino deve possedere abilità concretamente al di sotto di quelle attese per l’età cronologica, come evidenziato dalla somministrazione di test standardizzati. Inoltre tale compromissione deve interferire negativamente con il rendimento scolastico o lavorativo, o con le attività della vita quotidiana.

La valutazione neuropsicologica in caso di sospetto dsa mira a indagare il funzionamento cognitivo del bambino e solitamente inizia con la somministrazione di un test completo in grado di misurare il quoziente intellettivo generale a livello standardizzato. Inoltre tale test fornisce una stima quantitativa delle abilità cognitive e delle eventuali carenze del bambino, fornendo al professionista e alla rete sociale che lo circonda un quadro d’insieme dei punti di forza e di debolezza del bimbo.

Solo dopo l’eventuale somministrazione di test che vanno a indagare i vari domini dell’apprendimento, sarà possibile elaborare una diagnosi di dsa e pianificare un intervento che deve necessariamente tenere conto di tali punti di forza e di debolezza.

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