Quali sono le differenze tra diagnosi DSA e difficoltà negli apprendimenti scolastici?
In diversi casi mi è capitato di accogliere genitori in Asl inviati quasi sempre dai docenti per richiedere una valutazione degli apprendimenti del proprio figlio. Inviata la domanda e superato l’iter diagnostico, però, può capitare che nel corso del colloquio di restituzione venga loro comunicata l’assenza di un vero e proprio disturbo specifico dell’apprendimento.
Detto in altri termini, il bambino non rientra nei DSA, nonostante le problematiche riscontrate a scuola. Nel corso dei colloqui ho anche notato come tale notizia non venga sempre accolta positivamente da parte dei genitori, probabilmente perché talvolta permangono i dubbi sul motivo che impedisce al bimbo di mantenere prestazioni scolastiche accettabili.
Differenze tra diagnosi DSA e difficoltà negli apprendimenti
Ciò accade perché tendiamo erroneamente a mescolare i concetti di DSA e difficoltà negli apprendimenti scolastici. Difficoltà che possono emergere in entrambi i casi in modo apparentemente simile, ma con l’aiuto di uno psicologo esperto nel settore è possibile individuare alcune caratteristiche che contraddistinguono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento da semplici difficoltà collegate all’ambito didattico e/o scolastico.
La differenza sostanziale sta nel fatto che un Disturbo Specifico di Apprendimento è, appunto, un disturbo e quindi una condizione clinica. I DSA sono collegati a deficit di specifici domini, cioè di abilità specifiche necessarie per gli apprendimenti scolastici.
Queste abilità specifiche sono quelle relative alla lettura, alla scrittura e al calcolo e hanno origine da cause neurobiologiche (e non certo da svogliatezza, pigrizia, insegnanti “cattivi”, e così via). La base genetica fa sì che i sintomi possano essere tramandati da genitore in figlio.
Per lo stesso motivo, nonostante venga messo in atto un adeguato intervento di potenziamento cognitivo per DSA, possono permanere alcune difficoltà nell’automatizzazione della lettura (nel caso della dislessia), della scrittura e del calcolo.
L’esito di un intervento di potenziamento cognitivo per DSA è variabile ed è influenzato da vari fattori tra cui la tempestività e la gravità del deficit.
Tuttavia agire tempestivamente a seguito di screening precoci o di diagnosi DSA elaborate sin dai primi anni della scuola primaria può contribuire a ridurre tali deficit. Durante il potenziamento cognitivo lo psicologo lavora direttamente con il bambino aiutandolo a costruire un terreno fertile per migliorare la qualità dell’apprendimento scolastico ed extra didattico, contenendo al tempo stesso tutte le paure e il senso di inadeguatezza che spesso accompagna i bambini con DSA, minando la loro autostima.
Nei casi in cui lo psicologo riscontri l’effettiva presenza di difficoltà di apprendimento in assenza di DSA, significa che a seguito di una valutazione neuropsicologica e degli apprendimenti non sono emerse le caratteristiche tipiche dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Questo non significa che il bambino non incontri difficoltà nella vita quotidiana tra i banchi di scuola, ma semplicemente che tali problematiche dipendono da altri fattori e non da un DSA.
Difficoltà negli apprendimenti: cosa fare?
L’assenza di un DSA non implica il non riconoscimento della problematica. Piuttosto, rende necessario lavorare insieme a genitori e insegnanti per comprendere al meglio quali sono le cause che provocano le difficoltà scolastiche. In questi casi superati i tradizionali test DSA ed esclusa la diagnosi, lo psicologo può somministrare diversi strumenti da associare al colloquio clinico, allo scopo di indagare le altre aree del funzionamento del bambino.
Talvolta i fattori alla base delle difficoltà scolastiche possono dipendere da cause ambientali, culturali (basti immaginare le difficoltà che può incontrare un bambino immigrato nei primi anni scolastici) o sociali, relative direttamente al nucleo familiare e/o, in alcuni casi, all’ambiente scolastico.
Non a caso spesso i genitori scoprono che il proprio figlio è vittima di bullismo in seguito a improvvisi cali del rendimento scolastico e non da conseguenze più dirette legate al fenomeno, che solitamente i ragazzi tendono a mascherare.
Oltre alla necessità di scoprire le cause specifiche che provocano le difficoltà negli apprendimenti, è bene ricordare che, a differenza dei DSA, tali difficoltà nella maggior parte dei casi non sono geneticamente determinate e che un opportuno intervento didattico e/o psicologico può facilitare il miglioramento o la scomparsa della problematica.